Gente del Saletto

Il Saletto è una piccola frazione del Comune di Podenzana è il piccolo paese dove ho trascorso felice la mia infanzia, i miei ricordi cominciano da quando a soli 6 anni ho vissuto con i miei nonni materni insieme alle mie sorelle, ho frequentato i primi tre anni della scuole elementari a Podenzana con la maestra Vinciguerra. Dal Saletto  partivo ogni mattina  con la mia cartella sulle spalle e assieme alle mie sorelle raggiungevo la fermata della corriera , sulla piazza si incontrava Alfredo e a metà strada l’Ornella e tutti insieme percorrevamo l’ultimo pezzo di strada, la fermata della corriera era situata proprio all’inizio del bivio per  il Saletto. Li ci raggiungeva Tiziano che abitava nella casa sotto strada , ricordo che all’inverno il freddo si faceva sentire ed era per me uno spettacolo guardare la fontana nascosta tra le sterpaglie che aveva i ghiaccioli come steli che scendevano dal tubo di ferro dove di solito usciva l’acqua. Un altro bel divertimento era la corriera che arrivava strombazzando, il suo rumore si sentiva ancora prima che sbucasse dalla curva, il vecchio mezzo era guidato spesso da Mario Maneschi e Paolo Dallaglio detto Paolone. Ma vivere al Saletto è stata un esperienza meravigliosa e per questo oggi mi piace ricordare le persone che hanno vissuto e che ancora vivono li che fanno parte dei miei ricordi e della mia vita di quel paese che ha al centro una pianta che io da bambino pensavo fosse una quercia (invece è una Licia cosi mi hanno detto ) ma per me è resterà la vecchia Quercia che protegge i suoi figli, figli di questo paese che sorge giù vicino al fiume e sale su fino al cielo.

 

 

 

La prima casa che si incontrava arrivando in paese è quella di Angelo il falegname con la moglie Anna e la figli Ornella poco distante la casa di Fioravanti e la madre Carolina. Angelo  faceva il falegname ,lo stesso mestiere di mio nonno, la stessa passione, tanto che dopo aver lavorato in una falegnameria se ne era costruita una tutta sua proprio sotto casa.

Prima di arrivare nella piccola piazzetta c’e una stradina sterrata che arrivava alla casa di Gino Pigerini conosciuto come Ginetto e la moglie Rina, la loro casa confinava con quella dei miei nonni , ma il ritrovo vero era spesso sotto la vecchia quercia dove gli uomini si ritrovavano specialmente nelle sere d’estate e parlavano del tempo, del lavoro, di Aulla, dei campi da coltivare di caccia ,  ed io li stavo ad ascoltare, i più assidui erano mio nonno Milietto  Pierino e Ginetto a volte si univano anche i Tognoli . Da vecchie foto ritrovate in qualche cassetto ho capito che spesso organizzavano anche cene tra varie famiglie di amici, dove risate e buon vino non mancavano mai. Più tardi Gianni si è sposato con Maria ed è nato poi Cristian mentre Moreno si è sposato con Alberta ed è nato poi Alessandro. Conservo uno splendido ricordo di tutti loro,  Gianni mi aiutò quando facevo l’ambulante , lui aveva un camion con cui vendeva frutta e verdura in alcune frazioni del Comune di Barbarasco ed io lo seguivo con  il mio Fiorino e vendevo formaggi e insieme sostavano anche in piazza a Barbarasco per il tradizionale mercato , anche Moreno mi ha aiutato ,insieme siamo andati a vendere formaggi e salumi in una frazione del comune di Carrara. Il mio ricordo va anche ad Alessandro e il dolore che la sua prematura scomparsa ha lasciato nelle persone che lo conoscevano che lo avevano visto crescere e che lo amavano

Sopra la piazza c’era la casa dei Tognoli, tre fratelli che lavoravano per il Ragionier Pontremoli che aveva la villa poco più sotto, i Tognoli si occupavano di lavorare la terra, di accudire il bestiame e tenere in ordine la villa per quando il sabato arrivava il ragioniere con la moglie e il figlio. I Tognoli erano gente riservata ,grandi lavoratori, avevano stretto un amicizia in particolare con mio nonno Milietto, e poi con i miei , spesso da bambino andavo nella grande stalla dove c’erano le mucche, per noi ragazzi la casa dei Tognoli era un mistero.  Ricordo anche vagamente l’improvvisa scomparsa di Giulio che se non ricordo male ebbe un malore mentre si trovava sul trattore, degli altri due fratelli il più allegro era Settimo , Enrico invece era quello che guidava la macchina e andava a fare la spesa . Crescendo quando tornavo in paese era piacevole scambiare due parole o solo un semplice saluto. Ora non ci sono più ma resteranno sempre nei mie ricordi

Scendendo verso il centro del paese c’era la casa di Pierino Pastorino , la Maria e il figlio Elisio, loro erano i vicini di casa dei miei nonni, e per andare a casa dei nonni dovevamo passare davanti alla loro porta ,c’era sempre un saluto da rivolgere sempre contraccambiato. Spesso a casa loro si univano la nipote Monica e la sua famiglia, lei si univa a noi , compagna di giochi e di scarrozzate per le stradine del paese o nei prati circostanti semplicemente a chiacchierare nella loggia davanti a casa. Di Pierino mi piaceva ascoltare i racconti che faceva su nella piazza , la voce saggia degli anziani , ricordo anche di quando respirava a fatica.

Poesia per Pierino

 

Poco più avanti c'era la casa dei miei nonni Emilio detto Miglietto  mia nonna Letizia  , in quella casa ci ho passato alcuni anni della mia infanzia, quando ho vissuto li con loro dopo la malattia di mio padre e i primi anni dopo la sua morte. Ricordo ancora oggi ogni angolo di quella casa situata su due piani, sopra c'erano la cucina con la finestra che dava sul giardino, il bagno, la sala con il terrazzo , le due camere da letto , di sotto una vecchia cucina con il camino dove si usava fare i panigacci o altre pietanze cotte alla brace tra queste la torta d'erbi. Il posto più bello era però la cantina dove c'erano gli attrezzi  e il bancone in legno  dove mio nonno faceva i suoi lavoretti di falegnameria , le botti del vino o l'alambicco per distillare la grappa, la cantina era ricavata sotto terra , era senza finestre e sempre fresca. Poco distante c'era un vecchio fienile diventato poi legnaia e deposito attrezzi e dietro mio nonno aveva anche costruito un forno a legna e una serra per la coltivazione dei fiori che mia nonna amava coltivare

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Mi chiamo Roberto Ravera e in queste pagine web cerco di raccontare la mia storia personale, artistica e professionale, ma anche il ricordo delle persone e dei luoghi che hanno fatto e faranno parte della mia vita.

 

 

 

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